domenica 23 giugno 2013

pronti, partenza, via!

mancano 2 mesi
esattamente tra 120 giorni, a quest'ora (10:30 pm), staro' atterrando all'aeroporto di auckland, devastata da un volo lungo 24 ore, ma piena di entusiasmo, sogni, speranze, energia.
la prima cosa che faro' una volta arrivata, sara' un brindisi alla nuova vita, in compagnia dei miei compagni di viaggio scovati in rete, che sonderanno il terreno prima di me arrivando a luglio.

se dicessi che è già tutto pronto per la partenza, mentirei.
in realta' ho solo comprato il biglietto aereo e ho lasciato il mio lavoro.
ancora non ho una mezza idea del lavoro che farò una volta arrivata (ma di sicuro lo cercherò da la e non dall'italia, perchè chi volete che assuma a distanza una persona qualunque, quando a disposizione ce ne sono centinaia di altre già sul posto?), devo scegliere il corso d'inglese, l'ostello in cui soggiornare le prime settimane, non ho ancora comprato la valigia grossa (bagaglio da stiva 30 kg), non ho la più pallida idea di quello che mi porterò dietro a livello di scarpe e vestiti (sarà veramente difficile scegliere!!), cosa più importante non ho ancora trovato nessuno a cui affittare la mia casa in italia.

insomma, avete capito bene, qua siamo ancora in alto mare, ma come ho detto prima mancano due mesi, nonostante passino in fretta, sono sempre due mesi!

e a livello interiore come sono messa?
bella domanda...
ci sono giorni che mi sembra di volare, ho un sorriso a 32 denti, mi piace dire a tutti (sconosciuti compresi) che sto per partire, rispondere alle domande relative al viaggio (che poi sono sempre le stesse), vorrei essere già li, di notte sogno pure in inglese, che ovviamente è un inglese assolutamente perfetto, niente a che vedere con quello che parlo nella realtà.
Aspettare è ancora un’occupazione. È non aspettar niente che è terribile.         Cesare Pavese, Il mestiere di vivere
 poi ci sono quei momenti un pò bui, che so già che mi accompagneranno nella mia avventura.
penso a quanto mi mancherà l'italia, mi mancherà tantissimo.
il cibo prima di tutto.
io che sono una mangiona soffrirò come pochi!
il caffè, il pane, la pizza, la focaccia, mangiare al ristorante giusto per farvi qualche esempio.
 so benissimo che i prodotti italiani ci sono anche in nuova zelanda, ma i prezzi non sono accessibilissimi, mi chiedo se me li potrò permettere e con che frequenza.
l'altro giorno mi immaginavo alla ricerca di alberi dai quali rubare la frutta, per poter mangiare gratis, in caso rimanessi disoccupata per lunghi periodi. voi direte: questa ragazza non sta bene! la vostra osservazione è legittima, me lo dico anche da sola, ma ricordo a voi lettori che sto per fare un salto verso l'ignoto, in una terra straniera, in cui si parla una lingua che non è la mia, con abitudini che non sono le mie.

provate a mettervi nei miei panni, non avreste un pò di paura?
si che l'avreste.
 anzi ce l'avete, dato che se siete su questo blog probabilmente avete una voglia pazzesca di viaggiare e vedere il mondo, ma avete paura di mollare tutto.
mi mancherà la mia casa. bella casetta mia adorata! l'ho ristrutturata qualche mese fa e ora sto cercando qualche sconosciuto a cui affidarla in affitto, sperando che non me la distrugga (specialmente i lampadari, che li ho pagati un occhio!!) . e io dove vivro'? in un piccolo appartamento male arredato, dall'affitto esorbitante rispetto a quello che si spende in italia, in condivisione con un numero incerto di altri vagabondi come me, coi quali dividerò un pezzetto della mia vita.
mi mancherà l'architettura della mia italia, le chiese, i monumenti, i palazzi antichi. l'italia è bella, niente da dire, però bisogna anche guardarsi intorno per apprezzare a fondo ciò che si ha. io questo mondo lo voglio vedere, mi voglio confrontare con altre culture, per tornare a casa un giorno con una ricchezza interiore che è impossibile sviluppare restando nel proprio quartiere.
ho anche paura dell'impatto con la lingua. sono cosciente del mio livello di inglese, riesco a comunicare, a farmi capire, ma capirò i miei interlocutori?? in nuova zelanda hanno un accento strano! quanto ci metterò ad abituarmici? riuscirò a trovare lavoro, o il mio inglese sarà un ostacolo e nessuno vorrà assumere una povera italiana analfabeta? sono domande da farsi, alle quali pero' non c'e' risposta per ora. bisogna partire per scoprilo!

inoltre su internet solitamente si leggono commenti positivi sull'esperienza del working holiday. tutti che partono felici e tornano ancora più felici, altri che hanno la dose giusta di botta di culo (mischiata con determinate competenze) che si permettono il lusso di non tornare proprio, grazie a uno sponsor che gli fa i documenti per rimanere in nz. queste sono le testimonianze più visibili in rete. 
ogni tanto però compare anche qualcuno a cui è andata male. non hanno trovato lavoro o hanno lavorato in nero, sono stati vittime di razzismo, non sono riusciti ad ambientarsi e tornano in italia correndo e urlando che quella terra è un inferno. 
e se la mia storia prendesse quest'ultima piega??
 panico!! 
purtroppo non siamo solo noi a deciderlo, purtroppo le cose negative nella vita capitano e basta, senza preavviso e senza spiegazioni. questa e' un'altra incognita, la peggiore di tutte. vorrei passare serenamente i prossimi 2 anni tra nuova zelanda e australia, non voglio tornare a casa prima del previsto, con un fallimento in valigia e una delusione nello zaino.
non voglio, non voglio, non voglio!

arrivati in fondo a questo post vi starete chiedendo:
ma perchè sta qua parte, se scrive solo di cose negative?

eeeeeehhh belli miei! 
prima di partire bisogna mettere in conto tutto quanto
il bello e il brutto
per essere preparati ad ogni evenienza, per non illudersi (non sto andando nel paese dei balocchi), per tenere i piedi ben ancorati per terra. è tutta un'incognita, bisogna rischiare. 
se non rischiamo non sapremo mai quello che ci puo' offrire il resto del mondo. magari non ci piace, magari torneremo alla base, ma se non lo facciamo, non lo scopriremo mai!

Coloro che non hanno mai rischiato riescono solo a scorgere la sconfitta degli altri.
Paulo Coelho, Undici minuti, 2003
Quando un uomo vuole qualcosa, deve essere consapevole di stare correndo un rischio. Ma è proprio questo a rendere la vita interessante.
Paulo Coelho, Il Cammino di Santiago, 1987

conclusione:
chissenefrega dei dubbi, delle paure, delle incertezze. 
io parto!


6 commenti:

francyna ha detto...

Ciao, mi piace leggerti, ti ho linkata :-) NON ASPETTARTI nulla dall'esperienza. Magari aspettati il peggio... scherzo, aspettati solo di fare un'esperienza nel bene e nel male, e di divertirti, sempre. Dipende tutto dal tuo punto di vista.
Un saluto.

La Ines ha detto...

ti prego nn mi portare sfiga ahahahah :)

francyna ha detto...

Ma quale sfiga oh! No no no, ti parlavo di realismo e di non aspettarti nulla!!! :-))
Non parlarne troppo con chiunque! Sul blog ok, ma dal vivo, sii discreta, sempre. Vabbè non so neppure perché ti sto dicendo tutte ste cose... fai ciò che ti pareee :))
Francesca.

La Ines ha detto...

adesso che hai tirato fuori il discorso vai avanti che sn curiosa :) dici che non dovrei parlare con la gente perche' se tutto questo viaggio si rivelera' una delusione, poi faccio brutta figura? boh non capisco! so benissimo che non sto andando nel paese delle meraviglie, che incontrero' tante difficolta', che probabilmente non potro' avere lo stesso stile di vita che avevo col mio vecchio lavoro. insomma sto andando a fare l'immigrata, non sto andando in vacanza! ma questa e' una tappa necessaria per la mia vita, dovevo andare avanti e mi e' sembrato piu' facile fare un cambiamento radicale piuttosto che una piccola modifica :)

francyna ha detto...

Noooo, ma quale brutta figura!! E' un'esperienza meravigliosa che stai facendo comunque sia, comunque vada!! Ma proprio per questo, sii fredda, quieta e calma. Ma forse sono semplicemente io... a me darebbero fastidio le domande delle persone... io non parlo mai troppo di ciò che farò perché "finché non le faccio, non ci credo"... mi riferivo a questo mio modo di prenderla. Non voglio menarla con le paranoie!! E' un'esperienza che hai scelto di vivere, è un pezzo di vita che ti va di vivere così. E' semplicemente la tua vita, e nessuno può interferire. Io sono un po' superstiziosa di mio... per questo non ne parlo con nessuno dei miei progetti e delle mie cose, finché non le realizzo. E' solo questione di carattere. Niente di che, poi sai che la gente è invidiosa/gelosa... e boh. Continua a scrivere!!

La Ines ha detto...

ahahaha ok adesso mi e' tutto chiaro :) io nn sn esattamente superstiziosa, nel senso che nn ho rituali e simili, pero' forse alla sfiga ci credo :)
invece sono il tuo completo opposto riguardo alla "riservatezza". io sento la necessita' impellente di condividere TUTTO quello che mi succede e che penso ecc ecc con le persone, sia sul blog che nella vita. non ce la faccio a tenermi dentro le cose, soprattutto quelle belle! poi che la gente sia gelosa, poco male! che si mangino le mani alla facciazza mia ;)