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Nuova Zelanda |
Dopo due anni e mezzo volge al termine questa bellissima esperienza in Nuova Zelanda.
E' stata una mia decisione quella di andarmene, sicuramente un colpo di testa, ma queste cose a volte vanno fatte.
Sono sicuramente affetta dalla sindrome di Wanderlust.
Sono una nomade, sono inquieta, ho bisogno di cambiare, sperimentare, vedere, scoprire, sperimentare, non riesco più a stare ferma!
In questo articolo su
Panorama, in cui si parla dei sintomi della sindrome di Wanderlust, leggo:
Voglia continua di cambiare paese (e posto di lavoro): il desiderio di cambiare lavoro e Paese è tale che si fatica a mantenere un posto fisso.
Quello che mi ha spinto a prendere questa decisione, credo sia stata proprio la paura di dover rimanere in qualche modo immobile.
Il grande limite dei Work Visa in Nuova Zelanda è che ti permettono di lavorare solo per un datore di lavoro e, se vuoi cambiare, puoi cercare un altro lavoro SOLO all'interno della regione di rilascio del visto. Insomma se io lavoro ad Auckland, sono destinata a rimanere ad Auckland. Il resto della Nuova Zelanda rimane solo una meta per le vacanze.
Io questa Nuova Zelanda avrei voluto "viverla" appieno, invece ho vissuto solo ad Auckland per tutto il tempo.
Quando ho deciso che mi sarei voluta spostare a Wellington, il Work Visa mi ha un pò frenato, perchè avrei dovuto richiedere un nuovo Work Visa con il nuovo datore di lavoro, per il quale non avrei potuto lavorare nel frattempo, prima di ottenere il visto. Il datore di lavoro avrebbe dovuto prendermi a scatola chiusa, senza farmi fare dei periodi di prova, e anche io come avrei fatto a sapere se in quel posto mi sarei trovata bene?
Troppo complicato, troppo rischioso. E poi, anche se avessi preso il visto, a Wellington non ci sono infinite pizzerie, ce ne saranno al massimo una decina, non avrei avuto grandi possibilità.
Io ho bisogno di spazio, di scegliere, perchè la Nuova Zelanda mi ha insegnato che bisogna stare bene, che si può sempre stare meglio. Questo grande insegnamento lo porterò per sempre con me.
Accontentarsi e adattarsi nel breve periodo va bene, scendere a compromessi per raggiungere un fine più importante va bene, però l'errore di vivere una vita statica per paura di osare, non lo farò mai più! Rabbrividisco al pensiero di aver passato 10 anni della mia vita a lavorare in una sala bingo. 10 lunghi anni della mia vita. La mia paura più grande è rimanere bloccata di nuovo in una situazione del genere, ma
sono ben decisa non farlo accadere!
Ora mi prendo una pausa, vado in Italia per un mese e mezzo. Come sapete sono già rientrata circa sei mesi fa, quindi non sono in astinenza da cibo, amici e familiari. Pero' l'altra volta il mio soggiorno in Italia è stato legato ad una situazione un pò particolare, perchè ero andata là a sistemare delle questioni spinose, poco tempo a disposizione e troppe cose da fare.
Adesso invece torno con uno spirito diverso, serena e rilassata, pronta a godermi la vacanza senza pensieri, senza fretta.
Ho già organizzato anche la prossima avventura:
un'estate a Ibiza! Quando ho deciso di fare la stagione a lavorare sulla Isla, ho immediatamente iniziato a mandare messaggi a chiunque potesse avere un contatto li, per aiutarmi a trovare lavoro. Allo stesso tempo, ogni volta che dicevo a qualcuno che avevo deciso di andare a Ibiza, mi veniva chiesto: ma conosci qualcuno lì? Hai già trovato lavoro?
Il primo istinto è stato quello di cercare un aggancio, sono pur sempre italiana!
Sono cresciuta in un paese che mi ha insegnato che si va avanti con conoscenze e raccomandazioni, non in base al principio della meritocrazia. Ma poi mi sono ricordata che:
1) in Nuova Zelanda ci sono venuta da sola
2) in nuova Zelanda i lavori me li sono trovata da sola
3) in Nuova Zelanda non conoscevo nessuno
Quindi cosa cambia? Ibiza o Nuova Zelanda, ce l'ho fatta già una volta, perchè preoccuparsi per la seconda? Così ho iniziato a tradurre il mio CV e a mandarlo a tutti i ristoranti di Ibiza che ho trovato su Tripadvisor. In due mi hanno risposto e ho fatto il colloquio su Skype dopo qualche giorno, entrambi mi hanno detto di passare a farmi vedere appena arrivo sull'isola.
Ho anche preso in affitto una stanza in un appartamento, sfogliando gli annunci online su
milanuncios.com e spero vivamente che non sia una fregatura! La ragazza mi ha mandato la foto del suo passaporto, ho la ricevuta del bonifico, nel caso ci fossero problemi penso di potermi tutelare un pò, nonostante non mi abbia fatto un contratto di affitto.
Mi rendo conto che sto facendo in qualche modo un passo indietro. Tornare in Europa per un'esperienza lavorativa è sicuramente un passo indietro. A Ibiza poi, in cui a luglio e agosto
non ti danno neanche un giorno di riposo e ti fanno lavorare 70 ore a settimana, per uno stipendio inferiore a quello che io guadagno con 40 ore in Nuova Zelanda. Però è un'esperienza. Qualche mese della mia vita, per vivere una realtà diversa, non di certo per diventare ricca, anzi spero solo di non finire sul lastrico. Spero di divertirmi un po', oltre a lavorare tanto, ma mi hanno preannunciato che nonostante ci si faccia un culo pazzesco, si lavora comunque con un'atmosfera diversa intorno.
So che a Ibiza non piovono lavori, come succede qua in Nuova Zelanda, piuttosto ogni giorno piovono aerei Ryanair pieni di disperati che vogliono un lavoro qualsiasi, a qualsiasi condizione, pur di poter rimanere a passare la stagione sull'isola.
Immagino che l'80% di quelle persone sia composto da ragazzini non qualificati, che poi vanno a lavorare ancora "in botta", o che non si presentano proprio.
Immagino i datori di lavoro che si mettono le mani dei capelli e appena mi vedranno arrivare, coi miei capelli bianchi e le rughette intorno agli occhi, tireranno un bel sospiro di sollievo e diranno:
tu, zia, sei assunta!
Immagino di visitare tutte le calette dell'isola, con uno scooter, al mattino prima di andare a lavorare, immagino che diventerò abbronzatissima, immagino che vedrò i più grandi DJ di musica techno e house, club bellissimi e spettacoli di animazione pazzeschi.
Immagino che conoscerò tonnellate di persone, provenienti da ogni angolo del mondo, immagino che sarò di nuovo circondata da italiani, tanto è inutile da quelli non si scappa!
Dopo Ibiza ci sarà l'Australia, ma tra Ibiza e l'Australia potrebbero esserci un paio di mesi da riempire, perchè non so ancora quando inizierò la scuola da chef a Melbourne. Tenerife potrebbe essere una buona opzione per trascorrere Novembre e Dicembre.
Ma adesso non vado così lontano.
Adesso penso che tra 4 giorni ho il mio volo per l'Italia. Ho ancora la macchina da vendere e domani la porto alla Car Fair (il mercatino di compravendita delle macchine tra privati), sperando che qualcuno se la compri al prezzo che voglio io.
Lunedì ho il mio
farewell party, la festa di addio che non volevo organizzare, per rendere più indolore il distacco con la Nuova Zelanda, ma poi ho pensato che sia giusto passare un'ultima serata con gli amici, per salutare tutti, per avere un'ultimo ricordo con le persone che mi hanno accompagnato in questa avventura.
Devo fare le valigie! Questo si che è importante. Ne ho due, ma con me ne posso portare solo una. L'altra la lascerò in custodia a un amico e me la farò spedire in Australia quando sarò là, oppure me la verrò a prendere io. Di nuovo il problema di viaggiare con un bagaglio di 30 kg per 4 stagioni, in Italia mi aspetta l'inverno, passerò primavera ed estate a Ibiza, novembre e dicembre potrebbero essere ancora estate alle Canarie o inverno in Italia, poi Gennaio una nuova estate in Australia.
La valigia è il mio incubo più grande, dopo l'immobilità.
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Nuova Zelanda - Cathedral Cove |
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